...alcune considerazioni sulla “lettura” dell’indice di redditività dell’impresa...
Gli indici di redditività (nelle sue diverse configurazioni) sono - tra altri – strumenti che consentono la valutazione della capacità d un’impresa di produrre ricchezza (redditi per l’imprenditore, i suoi collaboratori e altri “interlocutori” che, a vario titolo, si interfacciano con il sistema aziendale). Abbiamo osservato come il Reddito Operativo evidenzia i risultati della c.d. “gestione tipica”, cioè di quella che è l’attività principale dell’azienda (sia essa di produzione di beni materiali e immateriali – servizi- o di commercio) e che realizza l’idea imprenditoriale per la quale la stessa azienda è stata creata. Ricordiamo che il reddito (o risultato) operativo viene sintetizzato dal confronto tra Ricavi e Costi “diretti” impiegati per la produzione di beni e servizi oggetto di cessione: la differenza, se positiva , è già un primo segnale di benessere dell’azienda e ne attesta la capacità di “continuità”, sia produttiva che economica. Gli “ Indici di redditività dell’impresa” sono dunque tra i principali e decisivi dati da assumere per formulare un giudizio sullo stato di “salute economica” di un’azienda: - per l’imprenditore (e soprattutto per eventuali soci) è un indicatore utile per la valutazione di convenienza ad investire nell’azienda condotta o rivolgersi ad altre forme di investimento maggiormente remunerative (altre produzioni, costituzione o acquisizione di nuove aziende, mercati mobiliari, etc.); - per gli interlocutori dell’impresa costituirà uno degli elementi essenziali per l’avvio o la continuità di rapporti con l’azienda interessata. Infatti, se per gli imprenditori (in modo particolare per i piccoli) esiste un legame con la propria attività che è anche frutto di situazioni e motivazioni personali che trascendono il puro calcolo economico, l’indice di redditività sarà preso senza dubbio in preliminare considerazione da parte di eventuali soci “non operativi” o finanziatori (istituti bancari ed enti di finanziamento pubblici) e, in determinati casi, anche da fornitori e clienti.
I criteri di finanziamento alle imprese hanno, come obiettivo principale, quello di privilegiare - con il sostegno finanziario - quelle imprese che possono godere di un soddisfacente grado di “ merito creditizio” : in buona sintesi, verranno preventivamente elaborati, da parte dei finanziatori esterni, indici di valutazione che misurano la capacità dell’impresa di remunerare il complesso dei capitali utilizzati nell’attività ( indice di redditività dei capitali propri dell’imprenditore e di terzi investiti nell’impresa) e di provvedere anche alla restituzione degli stessi prestiti: per inciso, da qui anche l’importanza del controllo dei “flussi di cassa”. In tali premesse , dunque, l’imprenditore dovrà analizzare il processo di formazione del reddito operativo , inteso quale risultato del “valore aggiunto” che l’azienda apporta ai fattori produttivi “diretti” impiegati nella produzione: in estrema semplificazione il “ricarico” applicato al costo di tali fattori. Il valore aggiunto consentirà di “assorbire” gli altri costi “indiretti” e di raggiungere un risultato finale (reddito di esercizio) in linea con le previsioni fatte? Potrà soddisfare le aspettative dell’imprenditore e dei suoi “interlocutori”? In caso negativo, la tipologia della produzione aziendale e il mercato di appartenenza consentono di agire sui prezzi di vendita? I fattori produttivi dell’azienda sono utilizzati in modo ottimale? In definitiva: - quale il tasso di rendimento (lordo) sulle vendite? - quanti i “cicli produttivi” realizzati e quanti quelli realizzabili? - quante volte il capitale investito “ritorna” sotto forma di vendite ?
I risultati di queste “indagini” daranno due ulteriori e importanti indici di “analisi di bilancio”: Ritorno sulle Vendite o Redditività delle Vendite Rotazione del capitale investito netto
Continueremo con il prossimo blog, non senza restare a disposizione per ogni approfondito esame di casi specifici.